Una nuova misura restrittiva impatta anche uno dei giochi più antichi e diffusi al mondo
Il governo dei Talebani ha ufficialmente vietato il gioco degli scacchi in Afghanistan, considerandolo assimilabile al gioco d’azzardo, e quindi contrario ai principi della sharia. La decisione, annunciata dal Ministero per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio, ha scatenato una forte reazione internazionale, data la natura storica, culturale e intellettuale degli scacchi.
🎯 Le motivazioni del divieto
Secondo quanto riportato da diverse fonti afghane, tra cui l’ex presidente della federazione scacchistica locale, il divieto è già in vigore in tutto il Paese e la vendita delle scacchiere è proibita. Chi trasgredisce rischia sanzioni e punizioni severe, sebbene non siano ancora chiari i dettagli esatti delle pene previste.
I Talebani sostengono che gli scacchi:
- Promuovano l’ozio e la perdita di tempo.
- Possano portare a litigi o comportamenti non conformi ai principi morali.
- Siano collegabili al gioco d’azzardo, vietato secondo l’interpretazione radicale della legge islamica.
Questa posizione è in contrasto diretto con la visione internazionale, dove il gioco degli scacchi è considerato uno sport della mente, riconosciuto da molte federazioni sportive mondiali e persino dall’UNESCO come strumento educativo.
🏛️ Una lunga tradizione… cancellata
Il paradosso è che gli scacchi sono nati proprio in Asia — secondo molti storici in India o in Persia — e hanno avuto una forte diffusione culturale anche nei territori oggi afghani. La mossa dei Talebani rappresenta quindi un taglio netto non solo con l’occidente, ma anche con la stessa eredità culturale regionale.
Negli ultimi anni, nonostante i conflitti, l’Afghanistan vantava una piccola ma attiva comunità scacchistica, con giovani talenti, tornei locali e partecipazioni internazionali. Il nuovo divieto rischia di soffocare definitivamente ogni attività legata a questo sport.
🚫 Le conseguenze culturali e sociali
Il bando agli scacchi non è un caso isolato. Rientra in un quadro più ampio di restrizioni imposte dal governo talebano dopo il ritorno al potere nel 2021: tra queste, limiti all’istruzione femminile, alla libertà di espressione, alla musica, e ora anche ai giochi considerati “non conformi”.
Organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno condannato fermamente il provvedimento, sottolineando come questo colpisca anche attività educative, sportive e di inclusione sociale.
📚 Un simbolo di libertà intellettuale sotto attacco
Nel mondo, gli scacchi non sono solo un passatempo, ma anche un simbolo di libertà di pensiero, logica e strategia. In molti Paesi, sono utilizzati nelle scuole per sviluppare capacità cognitive e decisionali. Vietarli significa oscurare uno degli strumenti formativi più potenti, soprattutto per le nuove generazioni.
🧠 Conclusione 🧠
Il divieto degli scacchi in Afghanistan rappresenta molto più di una semplice proibizione: è l’ennesimo segnale di un regime che limita le libertà individuali e culturali. Colpire un gioco simbolico come gli scacchi significa colpire la capacità critica, la strategia e la possibilità di immaginare alternative. In un mondo sempre più interconnesso, la speranza è che la comunità internazionale continui a far sentire la propria voce a difesa della libertà di pensiero e di gioco.