TAR Lazio e la multa per pubblicità al gioco d’azzardo

La vicenda che ha acceso il dibattito sul Decreto Dignità e sulle sanzioni per la pubblicità al gioco d’azzardo è ora al centro dell’attenzione del TAR del Lazio e del Consiglio di Stato, che hanno sollevato una questione di legittimità costituzionale riguardante la proporzionalità delle multe previste dalla normativa.

⚠️ Una multa record accende il caso

Tutto nasce da una sanzione inflitta a un giovane operaio, accusato di aver pubblicato online alcuni video promozionali legati a piattaforme di gioco.
Nonostante i guadagni ottenuti fossero inferiori a 1.000 euro e le visualizzazioni complessive non superassero qualche migliaio, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) aveva applicato una multa da 157.000 euro, basandosi sulle soglie minime fissate dal Decreto Dignità (DL 87/2018).

Questa norma, introdotta nel 2018 con l’obiettivo di contrastare la diffusione del gioco patologico, vietava ogni forma di pubblicità o sponsorizzazione legata al gioco d’azzardo, fissando sanzioni tra i 50.000 e i 500.000 euro per ogni violazione accertata.

⚖️ Il TAR Lazio solleva la questione di costituzionalità

Secondo i giudici del TAR Lazio, la multa inflitta appare sproporzionata rispetto alla condotta, e rischia di violare i principi di ragionevolezza e uguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana.

Il tribunale amministrativo ha quindi deciso di sospendere il procedimento e di rimettere la questione alla Corte Costituzionale, evidenziando che le pene previste dal decreto appaiono “eccessive in relazione alla gravità effettiva dei fatti”.

🏛️ Il parere del Consiglio di Stato

Il Consiglio di Stato ha confermato la rilevanza della questione, definendola “non manifestamente infondata”.
Secondo i giudici, l’entità delle sanzioni previste non tiene conto né del contesto né delle finalità del comportamento, colpendo indistintamente tanto le grandi aziende di betting quanto i singoli creatori di contenuti con risorse limitate.

💬 Un dibattito aperto tra tutela e libertà

Il caso riporta al centro un tema complesso: come bilanciare la tutela della salute pubblica e la libertà di espressione e iniziativa economica.
Da un lato, il divieto di pubblicità al gioco risponde all’esigenza di ridurre i rischi di ludopatia; dall’altro, le multe così elevate possono apparire punitive e sproporzionate, soprattutto quando coinvolgono realtà minori.

L’esito della decisione della Corte Costituzionale sarà quindi determinante: potrebbe ridefinire l’applicazione del Decreto Dignità, stabilendo criteri più equilibrati per la valutazione delle sanzioni.

🎯 Conclusione

Il caso del TAR Lazio rappresenta un momento chiave per la regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia.
In attesa del verdetto della Corte, il dibattito tra gioco responsabile, libertà di comunicazione e giusta proporzionalità delle pene resta più aperto che mai.